Opere del cavaliere Vincenzo Monti, Volumen1

Portada
Dalla stamperia delle muse, 1821
 

Páginas seleccionadas

Contenido

Otras ediciones - Ver todas

Términos y frases comunes

Pasajes populares

Página 51 - Quella mest' ombra, e alla sua scorta dietro Con volto s' avviò pensoso e basso ; Di ritroso fanciul tenendo il metro, Quando la madre a' suoi trastulli il fura, Che il piè va lento innanzi, e l'occhio indietro. Già di sua veste rugiadosa e scura Copria la notte il mondo, allor che diero Quei duo le spalle alle Romulee mura.
Página 32 - Ecco dal suolo liberar la testa, scuoter le giubbe, e tutto uscir d'un salto il biondo imperator della foresta. Ecco la tigre e il leopardo in alto spiccarsi fuora della rotta bica, e fuggir nelle selve a salto a salto. Vedi sotto la zolla che l'implica divincolarsi il bue, che pigro e lento isviluppa le gran membra a fatica.
Página 31 - Grato stillar dalle cortecce il pianto; Allor dal monte corsero i ruscelli Mormorando, e la florida riviera Lambir freschi e scherzosi i venticelli. Tutta del suo bel manto Primavera Copria la terra: ma la vasta idea Del gran Fabbro, compita ancor non era.
Página 29 - Stavasi ancora la terrestre mole Del caos sepolta nell'abisso informe, E sepolti con lei la luna e...
Página 62 - Oh lasso! Ma piangea il Sole di gramaglia cinto, E stava in forse di voltar le rote Da questa Tebe, che l'antica ha vinto. Piangevan l'aure per terrore immote, E l'anime del cielo cittadine Scendean col pianto anch'esse in su le gote; L' anime che costanti e pellegrine Per la causa di Cristo e di Luigi Lassù per sangue diventar divine.
Página 30 - S' odon le mura flagellar del Mondo ; Simili a un mar che per burrasca freme, E sdegnando il confine, le bollenti Onde solleva, e il lido assorbe e preme.
Página 38 - Fé nell'alme avvampar quella d'amore. Tien dunque, amica diva. Il tempo edace, Fatai nemico, colla man rugosa Ti combatte ti vince e ti disface : Egli il color del giglio e della rosa Toglie alle gote più ridenti, e stende Da per tutto la falce ruinosa. Ma se teco Virtù s'arma e discende Nel cuor dell'uomo ad abitar sicura, Passa il veglio rapace e non t
Página 62 - Al notturno del mar roco lamento, Al profondo ruggir degli aquiloni. Che cor, misero Ugon, che sentimento * Fu allora il tuo, che di morte vedesti L'atro vessillo volteggiarsi al vento? E il terribile palco erto...
Página 170 - Come presero il suolo , a cui dier fama I Calibi operosi , ecco , dicea , Ecco una terra, a cui le colpe avranno Obbligo molto. Un popolo malvagio L'abiterà, che nei profondi fianchi Delle rigide rupi andran primieri A ricercar del ferro i latebrosi Duri covili , e con fatal consiglio A domarlo nel foco, a figurarlo In arnesi di morte impareranno. L'ire, gli odi, i rancor, le gelosie, E l' Erinni , che pigre ed incruente Andar vagando fra...
Página 29 - Madre de' dolci affetti, e dolce cura Dell'uom, che varca pellegrino errante Questa valle d'esilio e di sciagura, Vuoi tu, diva Bellezza, un risonante Udir inno di lode, e nel mio petto Un raggio tramandar del tuo sembiante? Senza la luce tua l' egro intelletto Langue oscurato, ei miei pensier sen vanno Smarriti in faccia al nobile subbietto.