Opere del cavaliere Vincenzo Monti, Volumen1Dalla stamperia delle muse, 1821 |
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alfin allor alme Amor anco Ascrea avea Bassville bella canto CANTO TERZO Caucaso celeste Chè chiome ciel ciglio colla crin crudel d'amor d'ogni delitto dicea Dio fidando divina dolce Druidi duol Encelado Epimeteo Esiodo Eterno Etna Eupili fatal fato fianco fiero figlio fiori fiume foco folgore Francia fremere fronte fulmine furor Giapeto Giove gran grido guardo guerrieri immortal intanto l'alme l'altro l'ira l'onda labbro lagrime lampi libertà Luigi XVI Mnemosine MONTI Vol mortali morte Mugge Muse nembi Nereidi Nettuno Ninfa nube Numi occhi Olimpo Omero orrendo Ovidio padre parea Pellegrino pensiero periglio petto pianto piè pietà pietoso poeti poscia procelle Prometeo queto raggio ragion ruggito rupe sacro sangue Saturno selve sembianza senno sospiri spada spirto stelle superba Tartaro Teogonia terra Tifeo tiranno Titani tremenda trono tuoni VARIANTI vede vendetta venía virtù volto Vulcano
Pasajes populares
Página 51 - Quella mest' ombra, e alla sua scorta dietro Con volto s' avviò pensoso e basso ; Di ritroso fanciul tenendo il metro, Quando la madre a' suoi trastulli il fura, Che il piè va lento innanzi, e l'occhio indietro. Già di sua veste rugiadosa e scura Copria la notte il mondo, allor che diero Quei duo le spalle alle Romulee mura.
Página 32 - Ecco dal suolo liberar la testa, scuoter le giubbe, e tutto uscir d'un salto il biondo imperator della foresta. Ecco la tigre e il leopardo in alto spiccarsi fuora della rotta bica, e fuggir nelle selve a salto a salto. Vedi sotto la zolla che l'implica divincolarsi il bue, che pigro e lento isviluppa le gran membra a fatica.
Página 31 - Grato stillar dalle cortecce il pianto; Allor dal monte corsero i ruscelli Mormorando, e la florida riviera Lambir freschi e scherzosi i venticelli. Tutta del suo bel manto Primavera Copria la terra: ma la vasta idea Del gran Fabbro, compita ancor non era.
Página 29 - Stavasi ancora la terrestre mole Del caos sepolta nell'abisso informe, E sepolti con lei la luna e...
Página 62 - Oh lasso! Ma piangea il Sole di gramaglia cinto, E stava in forse di voltar le rote Da questa Tebe, che l'antica ha vinto. Piangevan l'aure per terrore immote, E l'anime del cielo cittadine Scendean col pianto anch'esse in su le gote; L' anime che costanti e pellegrine Per la causa di Cristo e di Luigi Lassù per sangue diventar divine.
Página 30 - S' odon le mura flagellar del Mondo ; Simili a un mar che per burrasca freme, E sdegnando il confine, le bollenti Onde solleva, e il lido assorbe e preme.
Página 38 - Fé nell'alme avvampar quella d'amore. Tien dunque, amica diva. Il tempo edace, Fatai nemico, colla man rugosa Ti combatte ti vince e ti disface : Egli il color del giglio e della rosa Toglie alle gote più ridenti, e stende Da per tutto la falce ruinosa. Ma se teco Virtù s'arma e discende Nel cuor dell'uomo ad abitar sicura, Passa il veglio rapace e non t
Página 62 - Al notturno del mar roco lamento, Al profondo ruggir degli aquiloni. Che cor, misero Ugon, che sentimento * Fu allora il tuo, che di morte vedesti L'atro vessillo volteggiarsi al vento? E il terribile palco erto...
Página 170 - Come presero il suolo , a cui dier fama I Calibi operosi , ecco , dicea , Ecco una terra, a cui le colpe avranno Obbligo molto. Un popolo malvagio L'abiterà, che nei profondi fianchi Delle rigide rupi andran primieri A ricercar del ferro i latebrosi Duri covili , e con fatal consiglio A domarlo nel foco, a figurarlo In arnesi di morte impareranno. L'ire, gli odi, i rancor, le gelosie, E l' Erinni , che pigre ed incruente Andar vagando fra...
Página 29 - Madre de' dolci affetti, e dolce cura Dell'uom, che varca pellegrino errante Questa valle d'esilio e di sciagura, Vuoi tu, diva Bellezza, un risonante Udir inno di lode, e nel mio petto Un raggio tramandar del tuo sembiante? Senza la luce tua l' egro intelletto Langue oscurato, ei miei pensier sen vanno Smarriti in faccia al nobile subbietto.