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Lingua poetato, potrebbero perauventura pareggiarfi; fe voi ad altra piu rara, e vie più nobile imprefa avendo l'animo, e la mente rivolta, non avefte difdegnata quella lode, che fuole altrui da fi fatti ftudj pervenire, e fentendovi dal genio, e dal dovere chiamato a fervire la Santa Sede, ed il voftro Principe, non aveste folo impreso a riguardare come unico, ed eminente modello, a cui doveano tutti i vostri pensieri indirizzarfi, le egregie e non mai a bastanza commendate fatiche di quel gloriofiffimo voftro Zio, i di cui Minifterj, e le di cui laudevoli imprefe erano pungentiffimi, ed acuti fti

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moli all'animo voftro naturalmente avido d'onore, e di gloria; in guifa tale, che voi altamente emulando tutto cio, che quel grande Vomo con la di lui incomparabile mente apprefe ne gli affari del Mondo, feppe, ed ifcriffe, daste nel primo voftro arrivo nella Romana Corte a divedere, quali fi fuffero i frutti di una fr laudevole, e degna emulazione; Ammirando immantinente Roma, e riconoscendo in voi riforta, come Fenice, e dalle fue ceneri piu bella e rifplendente che mai, rinovata la Memoria, & l'Imagine di quell'illuftre Porporato, che voi col

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nome, non meno che colla fama delle voftre rare, e fingolari virtudi, gli rendevate viva, e prefente. Laonde veggiendofi apertamente in voi, come un raccolto, ed un colmo di perfezzione, fi moffe il Regnaute Sommo Pontifice, diffondendo fopra di voi i benefici influffi della fua clemenza, a ritenervi preffo di lui con il commendabile impiego di Cameriere d'onore; donde pofcia a pronti, e fpediti paffi per le Cariche di Referendario dell' una,e l'altra Segnatura, di Chierico della Sacra Camera e di Governatore delle armi avendo a questa Nunziatura della Francia fatto paffaggio, non avete in niun tempo ungue mai tralafciato di rendere alla Santa Sede grandi, e fegnalati Servigi, in guifa tale, che puote meritevolmente nelle menti de gli Vomini reftare in dubbio, fe debba il numero maggiormente, o la grandezza de medefimi commendarfene. Ma in un'affai profondo, e fpaziofo Oceano fono io omai ingolfato, volendo entrare a far parola di cofe, che potrebbero anzi d'una ampia, e voluminofa Storia, che di una breve Lettera, dare l'idea; la onde ammirando col filenzio quel che `malagevolmente arriverei con la debolezza della mia rozza penna a confeguire, e

facendo all' Eccellenza voftra profondif fima riverenza refto.

Della E. V. Pariggi 4. Gennaio 1719.

Devotiffimo fervitore
Gjufeppe di Capoa.

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RA principale mio intendimento, amico

E Lettore, di darti una intiera, e perfetta edi

zione, non folo di tutte le opere del Signor Ercole Bentivoglio, le quali erano gia ftate per mezzo delle ftampe feparatamente diyolgate, o inferite tra le raccolte de migliori, e più celebri Rimatori del cinquecento; Ma ancora di quelle, che manufcritte ftavano nafcofte per le private Librarie: E certamente per venirne a capo, poffo con verità afficurarti, che non ho lafciato indietro mezzo alcuno, in riguardo del quale poteffi far nelle tue mani pervenire i componimenti di un Vomo che ha faputo con maravigliofo fucceffo in tutte le materie, in turti i generi, ed in tutti i ftili fcrivendo, fornire gli amatori della noftra lingua di esempj purgati, e ficuri, da leggere, e laudevolmente imitare. Nel volere pertanto ridurre ad effetto quefta deliberazione, fono rimafto da non mediocre tristezza gravemente forprefo, confiderando, delle molte opere che mi era venuto fatto raccorre di un fi degno, e nobile Scrittore, efferne appena, dopo tante fatiche, in

poter mio pervenute quelle, che vedi prefentemente in quefto picciolo volume riftrettes e che oltre di una gran parte delle liriche poefie, man cavano eziandio i fuoi belliffimi verfi Latini › nella teffitura de quali effere egli ftato al pari di qualunque altro eccellente, non è da dubitare, quando veggiamo tante, e fi chiare teftimonianze di Vomini per ingegno, e per fapere assai rari, i quali ne i loro fcritti l'hanno egualmente per la Toscana, che per la Latina poesia oltremodo commendato. Che pero non farà fuori di propofito, fe per dartene qualche contezza, rapporteró folo in quefto luogo quel che piu di una volta Lilio Gregorio Giraldi ne divifaffe, perche tu possa indi affai meglio conofcere di quanta leggiadria, e maestà dovessero effere gli accennati verfi ripieni, dapoi che un fi grande Vomo, ottime difcernitore, e Giudice di fimili componimenti, non ebbe difficoltà, facendo dello fteffo parola, d'affermare: Scripfit, & fcribit in dies ill. Hercules Bentivolus vernacula, & Latina que digna funt, & ejus nobilitate, & elegantias` quorum pleraque edita, in manibus eruditorum verfantur. Ed altrove: Nam & illa jam plerifque omnibus nota funt qua tu, vel Latino, vel Italico vernaculo, id eft hetrufco fermone fcribis : quorum etiam pleraque in lucem data apparent: ut funt Comœdia, Satira, Epigrammata, & permulta alia, Ed appreffo indi

rizzando

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