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venga

deftro:

Comodo'l tempo, & che mi

Et perche'l tutto ti vvo dir / che fiamo
Come tu fai compagni à la taverna)
Oggi appunto é compiuto l'anno,
Mi fuggi da Vinegia per paura

ch'io

D'effer meffo'n prigion per la bestemmia :
Che tu fai ben che volentier l'attacco

A Chrifto, & Santi; & per mille altri furti
Et mille barrerie ch' avevo fatte

A quefto, e a quello BR. Infin merti la forca
Ben la puoi prolungar, ma non fuggirlas
TR Pens'al tuo fin, ne ti curar del mio :
BR. Non fon ladro io: TR. Sbirro, & ladro

tutto uno :

BR Ne barro come tu: TR. Forse piggiorc
BR. Seguita pur. TR. Tra l'altre barrerie,
Ch'a Vinegia feci io, tolfi una cappa
Di fcarlato, liftata di velluto,

Bella & nuova a un foldato: & fimilmente
Una berretta di rofato nuova

Con un pennacchio: BR. Mai non mi ricorde
D'averti vista una berretta rossa,

I

Ne cappa roffa: TR. Non la porto'l giorno

Per piu rispetti: ma veftito vado

Da mercatante, come vedi: BR. E vero.
Che l'abito ti mostra mercatante

Ma l'aspetto è di barre : TR. He gran piacere
Di parer quel ch'io son ; ne mi vergogno
Dell'arte mia come voi altti fate:

BR. Lafciam'ir quefto: Va dietro contando

Le tue prodezze: TR. Oltra di quefto io difi
Et feci tanto con l'audaciâ mia,

Co le chiacchiare mie d'un giorno, o dui;
Prima che mi partiffi da Vinegia,
Ch'ancor gli tolfi la femina, ch'egli

A fua pofta tenea: BR, Gli la togliesti;
R. Gli la tolfi: BR. La femina al follato?
TR. Colle promeffe, & colle grandi offerte

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Io gli la defuiai BR. Mi meraviglio

Che daffe tanta fede à un Ruffiano

Una puttana aftuta: TR. Non credeva
Ch'io fuffi ruffiano: anzi penfava
Che fuffi mercatante; come molti
Penfan'ancor in quefta terra: BR. E forfe
Quella che qui tieni à guadagno? TR.E def-
fa:

BR, Una cótal brunaccia ben tarchiata

Ch' aver può vent'otto anni: TR. E quella
appunto :

BR. Ma fe'l foldato mai per forte ha nuova
Che l'abbi in quefta terra: & fi difponga
Di riaver la femina, & la robba,

Che tolta gli hai ; & cosi venga à Roma,
Che farai poverello? & che penfiero
Et ch'animo fie il tuo: TR. Non penfo mai
Che n'abbi fpia che venga in questa terra.
Poi non lo ftimo, fe ben ci veniffe,
Perch'è un poltrone un frappatore. BR. O
dimmi

Ch'è quel ch'efce colà di quella cafa?

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TR, Gè un Medico gelofo: co'l quale io
Contratta ho nuovamente una amicizia

Si intrinfeca, & fi ftretta, che mi fcuopre Tutti i fegreti fuoi: BR. Non ti conosce Per ruffian TR. Mi crede mercatante: BR. Ch'util fperi di trarne ? TR. O di rubbarlo Un giorno: o ruffianarli una fua bella Nipote ch'egli ha in cafa ; o sua mogliera: Ma vedi: fa che non ne parli mai

Con Vom del mondo: BR. Non temer di quefto :

Sai ben che fiam compagni: MR. Io voglio

un poco

Parlar con lui ma tu deve farai

Che ti poffa trovar: BR. Con gli altri fbirri
O in banchi; o in ponte; o à la taverna : a
Dio

SCENA TERZA.

MAESTRO ERMINO MEDICO. TRUFFA,

infirmità crudele, & velenofa,

Che l'animo m'affligi, & mi torment
Il di & la notte: aver vorrei piu costo
Una febre continoa: almen faprei
Con filoppi, con pillole, & con acque,
E altri rimedj discaqciarla: a questa

Non fi trova rimedio : & non ne parla
Ippocrate, Avicenna, ne Galeno:
Ne appreffo Diofcoride, ne Plinio
Succo d'erba fi trova, che ne giovi
Et da fi acerba infermità ne fani,
Ch' ha nome Gelofia. TR. Lo fanarebbe
Un buon bafton di fraffino. ME. O infelice
O mifero chi è vecchio: & prende moglie
Giovane, & bella. TR. Egli s'è troppo tardi
Accorto del fuo error. ME, Fatto avrei me-
glio

A non la torre : & poi che in giovanezza
Mai non la volfi, tanto piu fuggirla

In quefta età. TR. Voglio ire à falutarlo ME. Ma chi è quefto Vomo? o gli è quel merca

tante

Foreftier, co'l qual ho presa amicizia :

Non volevo altro, TR, Dio vi dia contento ME. Contento effer non puo chi è vecchio, e ha moglie :

TR. Ma ove n'andate voi da fi ftrana ora

Cofi penfofo, & folo ? ME. Io fono ufcite
Di cafa folamente per trovarvi :

TR. Sete di mala voglia: onde procede ?
ME. Da quella cofa di che gia altre volte

Parlammo infieme. TR Da quel gran mars
tello,

Da quella gelofia? ME. D'altro non viene; TR. Dio La quanto mi duol del voftro affanno

ve,

vello

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