venga deftro: Comodo'l tempo, & che mi Et perche'l tutto ti vvo dir / che fiamo ch'io D'effer meffo'n prigion per la bestemmia : A Chrifto, & Santi; & per mille altri furti A quefto, e a quello BR. Infin merti la forca tutto uno : BR Ne barro come tu: TR. Forse piggiorc Bella & nuova a un foldato: & fimilmente Con un pennacchio: BR. Mai non mi ricorde I Ne cappa roffa: TR. Non la porto'l giorno Per piu rispetti: ma veftito vado Da mercatante, come vedi: BR. E vero. Ma l'aspetto è di barre : TR. He gran piacere BR. Lafciam'ir quefto: Va dietro contando Le tue prodezze: TR. Oltra di quefto io difi Co le chiacchiare mie d'un giorno, o dui; A fua pofta tenea: BR, Gli la togliesti; Io gli la defuiai BR. Mi meraviglio Che daffe tanta fede à un Ruffiano Una puttana aftuta: TR. Non credeva BR, Una cótal brunaccia ben tarchiata Ch' aver può vent'otto anni: TR. E quella BR. Ma fe'l foldato mai per forte ha nuova Che tolta gli hai ; & cosi venga à Roma, Ch'è quel ch'efce colà di quella cafa? TR, Gè un Medico gelofo: co'l quale io Si intrinfeca, & fi ftretta, che mi fcuopre Tutti i fegreti fuoi: BR. Non ti conosce Per ruffian TR. Mi crede mercatante: BR. Ch'util fperi di trarne ? TR. O di rubbarlo Un giorno: o ruffianarli una fua bella Nipote ch'egli ha in cafa ; o sua mogliera: Ma vedi: fa che non ne parli mai Con Vom del mondo: BR. Non temer di quefto : Sai ben che fiam compagni: MR. Io voglio un poco Parlar con lui ma tu deve farai Che ti poffa trovar: BR. Con gli altri fbirri SCENA TERZA. MAESTRO ERMINO MEDICO. TRUFFA, infirmità crudele, & velenofa, Che l'animo m'affligi, & mi torment Non fi trova rimedio : & non ne parla A non la torre : & poi che in giovanezza In quefta età. TR. Voglio ire à falutarlo ME. Ma chi è quefto Vomo? o gli è quel merca tante Foreftier, co'l qual ho presa amicizia : Non volevo altro, TR, Dio vi dia contento ME. Contento effer non puo chi è vecchio, e ha moglie : TR. Ma ove n'andate voi da fi ftrana ora Cofi penfofo, & folo ? ME. Io fono ufcite TR. Sete di mala voglia: onde procede ? Parlammo infieme. TR Da quel gran mars Da quella gelofia? ME. D'altro non viene; TR. Dio La quanto mi duol del voftro affanno |