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Voglio ir or' ora à ritrovare'l Truffa:
Et raccontarli quefti ftrani cafi

Ch' oggi occorfi mi fono: & riveftirmi
De i panni miei: o forte iniqua, & ria:
O cieli averfi: o mifero o dolente:
Che faró piu, che piu fperar poffo io?
Quanto mi fora meglio effer fotterra:
Che'n ogni modo quefta vita acerba:
Vita non è, ma continoa morte.

Il fine del terzo Atto

3

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RAN difgrazia per certo fùl la noftra JA capitar in mån di quei crudeli

GA

Et rubaldi corfali: & ftar un'anno

Et piu lor fchiavi incatenati, GA. Et grande
Ventura fu la noftra, & buona forte

A ufcir lor de le mani: & che non fummo
Tagliati a pezzi, come fur quegli altri
Noftri compagni, FO. Sia fempre laudato
L'eterno Dio di tanta gran bontate

Di tanto amor che n'ha dimoftro, GA. Et
fempre

Sian benedette quelle due galee

De' Viniziani: ch'amazzar quei ladri
Che ne teneano in fervitute; & n'hanne

Data la vita, & pofti in libertade..

FO. Infin Conftantinopoli è una bella
Et nobile cittade. GA. Avete avuta
Una ventura grande'n quella terra:
Vi fete fatto riccho. FO. Io di foldato
Son divenuto mercatante, come

Molti altri fanno, GA, Saviamente. FO, Io
vinfi.

(Come tu fai) dugento fcudi un giorno
A certi miei compagni ; & feci allora
<Penfier, per l'avenir di trafficarmi
Con quei danari, & vivermene'n pace?
Et non andar piu fu la guerra à pormi
Berfaglio a gli archibugi. GA. Festi bene:
Fu un ottimo configlio, FO. Et come fai,
Prefi d'un mercatante Fiorentino

Dentro a Conftantinopoli per forte
Stretta amicizia: femmo patto infieme
Di far a parte: ambi ci trafficammo
In poco tempo fi felicemente,

Che l'un' & l'altro ha guadagnato meglio

Di tre mila fiorin, GA. Buon pro vi faccia.

FO. Voglio che la metà di questi sia

La dote de la mia unica, & dolce
Figliuola Livia: s'io la truovo vivas
Et fpero guadagnarne anchor de gli altri
In poco tempo, GA. O ch'allegrezza grande
Avrà voftro fratel, come vi vede.

FO, Son stato si dapoco fi inumano
Et fi difamorevole fratello,

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Ch'in quelto tempo non gli ho mai man

data

Lettera alcuna ne gli ho dato avifo Dell'effer noftro. GA. Abbiam mutato afa petto

E abito fi, che credo veramente

Non ci conosceranno. FO, Ecco la nostra
Cafa da noi defiderata tanto.

GA. O che dolcezza, o che compiuto gaudio
S'i noftri vi troviam fani, & gagliardi,
FO. Non ti scordar di gir poi da qui à un pezz●
"A tor la mia valigia, & l'altre robbe

Ch' abbiam lasciate all' ofteria, Garbuglio. GA, Farò, voglio picchiar : neffun risponde:

GA.

:

Che vol dir quefto? FO. Picchia anchor die

nuovo.

Picchio pur fi, che mi dovrian fentire

Ma che ftrepito è quel ch'io fento d'arme?

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f

SCENA SECONDA.

GRASSO CANEVARO. GARBUGLIO.

GA.

A

FOLCO.

H traditori al corpo de la noftra.
Dove fuggite? FO. Parti questo tempo
Da ftar qui fermo ? GRA. A i ladri,a i la-
dri, a i ladri.

FO. Ma non è egli'l Graffo Canevaro ?
GA. E deffo: debbe aver troppo bevuto.
FO. Non s'è dimenticato il manigoldo
Il fuo coftume mai d'ubbriacarfi.
GA. Io voglio falutarlo.. FO. Ti configlio

A targli piu difcofto. GA, Buon di Graffe. CR. Correte a i ladri, che voglion portare

La noftra cafa via, GA. Non mi conosci ?
Io fon Garbuglio. GRA. Et torne'l noftr.
Corlo

E'l Magnaguerra, GA. Questo è messer Fol

CO

Noftro patrone. GRA. Andate via rubaldi: GA. Vedilo qui. FO. Non mi conosci Graffo? GR. Voglio il mio vin per me. FO. Ma c'è di Livia

Di mia figliuola ? GR. O oh che gran put

tana.

FO, Livia puttana ? GR, Si, FO, Che l'odo dire.

GR.

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