Ch'io gli ho preftata ; ma che puo valere Cio che defiderate. TR. Questo è un pegno Doppio fervigio. IA. Son constretto anch'io TR. Che fervigio è? IA. D'andar (con riverenza) Al neceffario, TR. Fate quefto prima Che v'andrete dapoi. IA. Mi caco addoffo Tener' un poco ? IA. Non mi vo cacare Ragion per certo. IA. Orfu venite dentro. TR. Cacate tofto. IA. S'indugiaffi troppo Perdonatemi ch'io fon di natura Stitico un poco. TR. Poffi tu poltrone SCENA QUINTA. MASTRO ERMINO SOLO. A Ime; che debbo fare? aime fon morto s Ah fciaurato me; ch'è quel ch'ho visto ? Mifero chi di femina fi fida; Io fon pur chiaro, ai laffo, fon pur chiaro O torto efpreffo; o forte iniqua, & ria s Entrary'n cafa l'ufcivol di dietro ;, Un mercatante; un mercatante (ai lasso) Mi fa le corna ; io no'l potei vedere 11 Graffo Canevaro è'l ruffiano; O veramente la rubalda Nuta ; O me trifto, & dolente; in che rio stato, Che tardo, che non picchio a questa porta & Ma fento una che viene a la finestra, SCENA SESTA. NASPA. MASTRO ERMINO MEDICO. He diavol è quel ? volete voi ME. Apri. NU. Qual fe tu ME. Apri in malora, Qual sei ? ME. Ben lo faprai, NU. Che val facendo ? ME. Apri; ch'io te'l dirò. NU. Picchi fi forte. ME, Apri; fu tofto, NU. Par ch'io sa sua fante Con tanta audacia mi comanda. ME. Apri te. QU. Non s'apron quefte porte a le persone Che noi non conofciam. ME, Non mi co nofci? NU. Non ti vidi mai piu, ME. Fingi rubalda. NU. Ancor mi dice villania. ME. Son quello Ch' hai tanro offeío, NU. Non offefi mai Perfona'l mondo, ME, Menti per la gola. NU. Dimmi che t'ho fatto io ME. Pofte le cor na. NU. Come le corna? ME. Et (vergognato in tut to. NU. Povero Vom tu ti fogni, ME. Apri questo ufcio. NU. Pur troppo abbiam d'uno ubbriaco in cafa Senza che tu ci vegna. ME. Anchor non Entrare'n eafa mia? NU. Vatti con Dio Guai a te guai a noi. ME, Ti vo tagliare Ch' oggi ne viene a dar questo disturbo?" E'n piacere, e'n folazzo; & quefta beftia za E'n folazzo eh ? NU, Venuto e'l noftro bene io muoio. NU. Che tardo che non vado ad abbracciarlo Anchor di nuovo, & darli mille baci? A un ftolto à uno ubbriaco? or ciarli, & Quanto egli vuol ch'io ferro la fineftra J 1 |