I V, Che l'alta fama, e 'l gloriofo grido Dal Tago al Gange omai risuona, e s'ode V. E mentre canti le tue.fiamme ardenti V I. E perche Smirna, e il fecol più vetufto VII. Or il Ciel giusto vuol, che Cintio canti Rime i trionfi, e le vittorie, e i tanti D' Ercole invitro, à cui ben cedon quanti VIII. Mentre che il Sol con l'infiammato raggio.. IX. Momo di rabbia, e di dolor fi tace Trà fe fremendo, & contra il fuo costume C X. Con quell' onor, ch' à i duo fù il XI, Che di quei rami, in cui già i cangiaro Già non sdegnoffi il gloriofo, & chiaro XII. Vivi felice Cintio, e di fi rade Virtu, di cofi bei doni celefti Mà ifcufa il baffo ftil, che à terra cade A MESSER PIETRO ANT. ACCIAIVOLI ERCOLE BENTIVOGLIO. OSTRETTO dagli affidui prieghi, Meffer Pietro Anton mio, di quelle Donne, e quegli Amici, à quali il non abidire pertinacia biafimevole farebbe, quefte mie povere figliole, la cui vefte di groffe fila teffuta vederete, ho mal mio grado) fuori della ( mia piccola cameretta, ove, elleno dagli fieri morfi degli dentati ficure, & fole fi pofavano, mandate & publicate : Et perche voi (voftra mercè ) vi dilettafte fem pre di vedere gli parti ( quantunque rozzi) del mio poco fecondo ingegno, & perch' ancora in quei fette anni, che nella corte ifpefi dell' Illuftriffimo Alfonfo di Ferrara; non ebbi di voi maggiore, nè più virtuofo Amico, parmi convenevole che quefti novelli frutti non fenza fatica da me partoriti à voi dedich, & doni: Siano dunque le poche ftanze intitolate il fogno amorofo al lodato vostro nome dedicate; & le due Egloghe altrefi, le quali per far maggiore il troppo piccolo volume ho nel fine d'effe Stanze pofte: Leggete addunque ornatiffimo Uomo, non senza qualche pietade gli miei amorofi affanni: Vedete come Amore per ingannarmi, da prima gioiofa vita in fogno mi promise; mà pofcia il perfido vegghiando in amariffimo pianto gran tempo mi tenne, & ancora mi vi tiene : E pregovi che vi degnate Acciaivol cariffimo con allegra faccia d'accettare quefto vil dono che 'l povero voftro amico con mirabile amo revolezza vi porge; & racordatevi che i vili doni con allegro volto, e liberale ani mo da povere mani offerti; furono non fo lamente agli grandi Uomini; mà ancho agli fommi Iddii fovente più ch' oroet gemme preziosi, &'cari: State fano. |