ૐ ୮ Saran gli inganni miei è che fia di Fulvio? Che fcufa troveremo, & che diremo ? O mifere mie spalle, che la pena Di questo error verrà sopra di voi; Et quel gobbo poltron farà profera Che minacciato m'ha tanti gran mali, Ma pur ne la bonta, ne la clemenza Del vecchio mi confido, & ne l'aiuto Che con parole mi puo dar Flaminio, Che facilmente impetrarò perdono ; Et non giovando i prieghi, & le parole Di Flaminio & le mie, fon io fi inetto, Et fi privo d'amici, & fi dapoco, Ch'io non poffa fuggire, & ftar nascosto Per otto giorni in casa d'uno amico ? Infin ch'ei fi dimentichi l'ingiuria, Infin che quefta collera gli paffi? In quefto tempo andrò fegretamente Per uno ufcio di dietro piccolino Del qual tengo la chiave, a trovar Fulvio Ei fuoi compagni, ch'afpettar con grande Defiderio mi debbono ; a li quali Conterò le bugie ch' oggi ho trovato Perche disturbo lor non deffe'l vecchio :: no, Colle reliquie de la buona cena, Farem configlio infieme; & qualche buono SCENA QUARTA. LUCHINO. BASILIO, MARGHERITA.. Erche volete andarvene fi tofto? Non volete vedere anco il granaio Tutti i voftri danari, LUC. Che danari Da Fulvio mio figliuolo, LUC. Io non v'in BA, Non mi volete intendere, LUC. Parlate Si chiaro che v'intenda. BA, Son io forfe Tedesco, o nato in India o nell' Arabia? LU. Credo che fiate Italiano, nato A Ferrara come io ; ma non v'intendo.. BA, Ve la dirò fi chiara, che costretto Sarete a dir che m'intendete. LUC, Dite. BA. Vi porterò doman quattrocento Cinquanta fcudi, che con la caparra Ch'avefte gia, faranno cinquecento, Per pagamento d'esta casa : come Sete d'accordo mio figliuolo & voi. LU. Che favole fon quefte? BA. Non credere Che m'accorga io che voi fete pentito Di vender questa casa ? & d'aver tolta La caparra da nui, LU. Sete in buon fen no? Che quattrocento fcudi, che caparra? Di vender quefta casa. BA. Ah che dovreste A lafciarvi di bocca ufcir fi fconcie Et cofi ftrane ciancie. BA. Anzi pur ciancie Poco; che ben vi fur i teftimoni Quando vi diede Fulvio la caparra Et reftaste amendui d'accordo infieme. LU. Non fo che dir mi debba; & piu che s'io Mi maraviglio di cotai parole. BA. Se la giuftizia, & la ragion s'offerva BA. Chiacchiare, LU. Perch'è dote. BA. Tutte fcufe. LU. Di mia mogliera'; & fe pur la vendessi Non la darei per fi vil prezzo. BA Fole. LU. Torrete'l fagramento giurarete Ch'io l'ho promeffa à Fulvio, & ch'ei m'ha data Caparra BA. Et voi torrete'l fagramento Cinquanta fcudi? LU. Io giurerò di grazia BA. Ah ch'io credea che fufte un Vom leale Un Vom di fede. LU. Io mi credea che fu fte All'abito all'etade & all'aspetto Un fantarello, & mi parete un barro MA. Debb'io patir che quefto vecchio pazzo Tanta fuperbia? LU. Ah Margherita abbia te Rispetto a la vecchiezza, BA. Ancora ave te Ardir di minacciarmi ? LU. Andate in cafa; MA. Se piu l'odo gridar, per quefta croce Lo tratteró da pazzo. BA. Spero in Dio Che mi vendicherò di questa ingiuria, NA. Vada a gracchiar nel barco. BA, Anzi andrò in parte Ove udita farà la mia ragione. LU. Lasciatelo gridar, ch'egli non merta na. MA. Andiamo; & io chiuderò questa porta |