Metodo di commentare la Commedia di Dante Allighieri

Portada
F. Le Monnier, 1861 - 555 páginas
 

Páginas seleccionadas

Otras ediciones - Ver todas

Términos y frases comunes

Pasajes populares

Página 179 - Ed ha natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir con doglia.
Página 276 - Acheronte. Allor con gli occhi vergognosi e bassi. Temendo no 'l mio dir gli fusse grave, Infino al fiume di parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo, Gridando : Guai a voi anime prave : Non isperate mai veder lo cielo'! I' vegno per menarvi all' altra riva, Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo. E tu che se' costi, anima viva, Partiti da cotesti che son morti.
Página 177 - Tu se' solo colui da cui io tolsi Lo bello stile, che m'ha fatto onore. Vedi la bestia2, per cui io mi volsi : Aiutami da lei, famoso Saggio, Ch...
Página 273 - Quando fui su, ch' io non potea più oltre, Anzi mi assisi nella prima giunta. Omai convien che tu cosi ti spoltre, Disse il Maestro, chè, sedendo in piuma, In fama non si vien, nè sotto coltre, Senza la qual chi sua vita consuma, Cotal vestigio in terra di sè lascia, Qual fummo in aer ed in acqua la schiuma : E però leva su, vinci l' ambascia Con l' animo che vince ogni battaglia, Se col suo grave corpo non s
Página 186 - Ond' io per lo tuo me' penso e discerno, Che tu mi segui, ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui per luogo eterno...
Página 279 - Caron dimonio con occhi di bragia Loro accennando tutte le raccoglie ; Batte col remo qualunque s' adagia. Come d' autunno si levan le foglie L...
Página 415 - Surge ai mortali per diverse foci la lucerna del mondo; ma da quella che quattro cerchi giugne con tre croci, con miglior corso e con migliore stella esce congiunta, e la mondana cera più a suo modo tempera e suggella.
Página 147 - E come quei che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa e guata; Così l'animo mio che ancor fuggiva, Si volse indietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva.
Página 387 - Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor del regno, quasi lungo il Verde, Dov' ei le trasmutò a lume spento.
Página 410 - Colpa e vergogna dell' umane voglie ) , Che partorir letizia in su la lieta Delfica Deità dovria la fronda Peneia, quando alcun di sé asseta. Poca favilla gran fiamma seconda : Forse diretro a me con miglior voci Si pregherà, perché Cirra risponda. Surge a...

Información bibliográfica