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colture recenti di Bacterium coli, per la qual cosa si pensò che questo batterio non fosse che una varietà di simil-coli, tanto più per averlo riscontrato nell' intestino di Pappagalli sani e che potesse anche avere una virulenza maggiore, come non è strano che accada per gli ordinarî coli.

Nel 1898 il Nicolle non potette isolare il Bacillo della psittaccosi dal sangue del Pappagallo ammalato, nê ebbe maggior fortuna con gli uomini affetti dalla stessa malattia; forse per le condizioni poco favorevoli in cui sperimentava, non potendo disporre che di prodotti patologici umani (espettorato, sangue, fecce, ecc....), nei quali è difficile rintracciare specie microbiche; ma di contro al reperto negativo del microrganismo indicato dal Nocard come patogeno della psittaccosi, egli riconobbe il potere agglutinante del sangue, rispetto al Bacillo della psittaccosi in coltura pura, ed in due infermi questo potere era relativamente alto, fino ad 1 sopra 60 in un caso Questa scoperta del Nicolle ha una importanza pratica potendosi far diagnosi di psittaccosi possedendo una coltura pura di Bacillo di Nocard, cosa che il Gilbert, il Fournier, e il Sicard non potettero riuscire a dimostrare.

Leichtenstern recentemente, in una epidemia di psittaccosi in Holon, riscontrò streptococchi in tutti gli organi degli individui umani morti, però nel Pappagallo, cagione dell'epidemia, non trovò il Bacillo specifico di Nocard, ma gli stessi Streptococchi riscontrati nell'uomo. Sicchè l'agente specifico della psittaccosi dell'U omo e dell'animale, descritto da Nocard non è stato controllato dalle posteriori osservazioni batteriologiche, salvo solo dal Gilbert e dal Fournier. Ora viene la questione esiste un contagio diretto tra il Pappagallo ammalato all'Uomo?

Le osservazioni cliniche rispondono in senso affermativo; giacchè contemporaneamente, alla presenza di un Pappagallo infermo di enterite cronica, si è visto negli Uomini che vi ebbero contatto svilupparsi la polmonite a tipo tifoideo, a focolaio ora più ed ora meno esteso, circoscritta a una sola famiglia, ed anche trasmessa ad altri Uomini.

Ed il localizzarsi della infezione colle misure profilattiche esercitate rigorosamente sopra gli ammalati, o animali sospetti, di esserlo, sopra le gabbie, la biancheria, ecc... ci fa ritenere a buon diritto, che per contrarre la malattia è necessario il contatto diretto

del Pappagallo ammalato; che il Bacillo di Nocard dev'essere l'agente specifico a cui devesi la malattia; e che il non averlo sempre riscontrato nei casi di psittaccosi, si debba solo riferire alla grande difficoltà di saperlo isolare.

La vie di trasmissione sono varie direttamente dall'Uccello ammalato all'Uomo; e per l'intermedio dell'aria, da Uomo a Uomo. Il primo modo di contagio è il più frequente. Allorchè l'animale rifiuta di mangiare, gli amatori, spesso esagerano nelle cure per tali bestiole, si studiano di nutrirlo per forza; l'animale si dibatte, rifiuta il cibo, talvolta assale l'imprudente a colpi di becco, ed allora l'agente patogeno penetra nell' organismo per una erosione o una fessura della pelle. Qualche altra volta gli amatori di questi Uccelli carezzano, baciano il Pappagallo e prendono dalle piume i batteri che vi pullulano. Ma la più parte delle osservazioni mostrano che gli animali ammalatisi siano stati cibati da bocca a becco, e quindi la malattia in questo caso si è iniziata con un accidente locale, un edema fugace in vicinanza della bocca.

Così il Dujardin-Beaumetz constatò in tre infermi placche difteroidi della bocca e della gola. Adunque il contatto semplice dello Uccello infermo, il cibamento da bocca a becco costituiscono il contagio per inoculazione cutanea, mucosa ed infine per la via gastrica, la quale si rende possibile per la resistenza del Bacillo (Nocard) ai succhi digerenti.

Il contagio per l'aria non è meno frequente, nè meno dannoso; le deiezioni dell' animale si disseccano nella gabbia, si spandono nell' appartamento, e, mescolate alla polvere delle abitazioni, vengono sollevate al momento dello spazzamento ed aspirate.

Questo mezzo di infezione è stato messo in dubbio perchè questo Bacillo è poco resistente all' essiccamento. Sotto questo punto di vista, esso è in contrasto col Diplococco lanceolato, il quale, come ha dimostrato anche recentemente Bordoni-Uffreduzzi, resiste all'essiccamento fino a 55 giorni.

Il Guarnieri inoltre ha dimostrato che nel sangue disseccato questo Bacillo resta virulento anche per mesi.

Infine la trasmissione diretta da Uomo ad Uomo è più rara, giacchè, quando si conosce la malattia, si prendono le più energiche misure profilattiche. Esistono tuttavia casi inconfutabili di persone che, avendo contratto la malaltia, hanno infettato la fami

glia tutta, ed il contagio si è diffuso in uno intero quartiere. Come avviene in ogni infezione, non basta essere in un ambiente infetto per contrarre la malattia si è notato che certi individui vanno più soggetti a contrarla in rapporto alla loro disposizione personale ed al loro stato anteriore di salute. Egli è certo che i deboli, gli affaticati, i convalescenti vi sono più disposti di quelli che sono sani e robusti, quindi due fattori facilitano il contagio: da una parte l'elemento patogeno, dall'altra un affievolimento qualsiasi dell'organismo. Ed inoltre, è utile costatare che, mentre il Nocard ha potuto stabilire che l'infezione attaccava diversi ani, mali, come Topi, Piccioni, Cavie, Conigli, Cani, non si conoscono casi, in cui, la psittaccosi sia stata trasmessa all'Uomo da nessuno di essi, ma solo, e ciò è provvidenziale, potendosi cosi più facilmente evitarla, o limitarne il campo, dal Pappagallo.

La psittaccosi ha un periodo di incubazione di 8 a 10 giorni ; nei casi in cui non vi sono manifestazioni locali, come le placche difteroidi nella bocca e nel faringe, s'inizia in modo subdolo con malessere, cefalea, inappetenza, tristezza, insonnia, dolori al tronco ed agli arti; talora si ha epistassi, vomito, stitichezza ostinata, più di rado diarrea. L'infermo infine, aggravandosi sempre più il suo stato, è obbligato a restare a letto.

Quali sono i sintomi iniziali? Dopo 6 a 7 giorni si entra nel periodo di stato, con stupore, sonnolenza, delirio (talora calmo, altre volte furioso), e talvolta assoluta incoscienza; spesso però la mente resta lucidissima; l'anoressia è assoluta, la lingua vischiosa ricoverta da patina spessa, ma non mai fuligginosa e screpolata come nel tifo ; si aggiunge pure nausea, vomito, diarrea debilitante, o più di frequente costipazione ostinata.

Nella psittaccosi la temperatura si eleva rapidamente a 39 o 40° C. fin dal secondo giorno, il che la distingue dal periodo di stato del tifo, e si mantiene elevata con deboli remissioni mattutine per 3 o 4 giorni ; poi succede una brusca defervescenza, seguita da una nuova ascensione termica, ovvero decade bruscamente in 2 o 3 giorni senza presentare oscillazioni termiche. Il polso del pari si comporta irregolarmente; talvolta si hanno anche 120 a 130 pulsazioní, tal' altra il loro numero non oltrepassa quello normale. L'addome si mostra dolente alla pressione, ma non in modo esagerato, e nella fossa ileo-cecale si può notare un lieve grado di

pastosità, ma non mai il gorgoglio ileo-cecale. Il fegato è nella barriera fisiologica; la milza aumentata di volume. Ma i fatti più interessanti sono quelli bronco-polmonari, che di solito si determinano senza brivido iniziale, nè dolori puntorii, e senza o con leggiera tosse; talvolta però si hanno accessi vivissimi di tosse e di dispnea, i quali non durano più di 24 ore, alternandosi con dolori puntori, che però non hanno la tenacia e la fissità di quelli della polmonite.

All' ascoltazione si rilevano per lo più bilateralmente rantoli fini, diffusi in tutto il torace con note di subottusità alla percussione, solo nel caso che la malattia si complichi a polmonite, che d'ordinario suole essere determinata dallo Pneumococco lanceolato di Fraenkel, come anche dalla osservazione del Maragliano, si notano allora i caratteri di una polmonite genuina o quelli della polmonite catarrale da influenza; però il decorso di questa è per lo più mortale. In altri casi, quando si ottiene la guarigione, 15 o 20 giorni dopo l'inizio della malattia, incomincia il periodo di declinazione, durante il quale tutti i sintomi morbosi man mano si dissipano, e l'infermo entra in convalescenza: essa è però lunga per parecchie settimane e molto penosa.

A questa forma di polmonite atipica con sintomi tipici, si aggiungono sovente forme gravi di polmoniti adinamiche, le quali in pochi giorni danno la morte; ma talora si sono notate delle forme leggiere, abortive, che si risolvono in brevissimo tempo.

Questi fatti polmonari dunque, gravi o lievi che siano, accompagnano sempre la psittaccosi; ma gli altri, invece si presentano, o mancano, secondo i soggetti attaccati. Così, in taluni, predominano disturbi nervosi come delirio furioso con cefalea intensissima, dolori muscolari ed agitazione estrema, fino al suicidio; in altri prevalgono i sintomi intestinali, in altri ancora i cardiovascolari.

Il reperto anatomico patologico dei casi studiati è il seguente: Alterazioni nei polmoni con le note della bronco polmonite dei lobi inferiori; il processo pneumonico partiva dal centro e si estendeva progredendo nella parte periferica del parenchima; del resto oltre il tumore splenico e l'ingrandimento dei reni, donde la albuminuria, si è costatata ancora la faringo-laringite cangrenosa, ed in un caso solo la pericardite siero fibrinosa incipiente.

La diagnosi è fondata sulla anamnesi, sul decorso speciale della febbre e sulla frequente complicanza di un processo polmonare con sintomi tifoidei; ma senza relazione etiologica, ed a preferenza senza la ricerca batteriologica, la diagnosi può divenire erronea e confondersi con quella di una febbre tifoidea nel primo stadio, e specialmente coll' influenza. Pertanto dalla tifoide si differenzia per la curva termica, per la mancanza di certe note addominali, e per la prevalenza dei fatti respiratorii, ragioni per le quali riesce facile confonderla colla influenza, avendo la stessa maniera d'insorgere e di progredire. Nell' influenza però il catarro acuto nasale è costante, manca nella psittaccosi; in quella la tosse è stizzosa, incessante, senza notevole espettorazione, l'ascoltazione è muta, laddove in questa si ha tosse lieve, e l'ascoltazione fa rilevare l'esistenza di rantoli diffusi; di più l'evoluzione è lenta, e la convalescenza lunga e penosa nella psittaccosi, mentre nella influenza l'evoluzione e la guarigione sono più rapide, salvo in qualche circostanza eccezionale. Il Peter in certi casi, nei quali si ebbe brusca defervescensa con ricorrenza di nuova elevazione febbrile, pensò al tifo ricorrente, però la distinzione si farà nettamente ricercando nel sangue lo Spirillo di Obermeyer. Infine quale criterio diagnostico di questa mortale micosi a buon diritto potrebbe essere la siero-diagnosi, come già abbiamo riferito innanzi.

Malgrado però la scoverta dell' elemento patogeno e della biologia del Batterio, finora non si è potuto applicare una cura patogenica. Ciò che ci resta a fare, in circostanze, è la profilassi e la cura sintomatica. La prima imporrebbe di rinunziare al piacere di tenere in casa un Pappagallo, ed avendolo, sorvegliare attentamente lo stato di salute dell'animale, ed evitare ogni contatto con esso appena si abbiano i più lontani sospetti di malattia. Se si tratti poi di un Uomo contagiato, si prescriveranno le regole igieniche opportune, informando gli altri membri della famiglia del pericolo, a cui vanno incontro, insistendo sull' isolamento assoluto dell' infermo e degli animali che coabitavano col Pappagallo, del quale l'Uomo ha preso l'infezione, magari sacrificandoli con ogni scrupulosa cautela. Tutto deve concorrere ad evitare lo stabilirsi di un centro epidemico, che può distruggere una famiglia, e forse, ripetiamo, spopolare un rione.

In quanto alla cura sintomatica, si cercherà con ogni diligenza

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